Magra dagli occhi lustri, dai pomelli
accesi,
la mia anima torbida che cerca
chi le somigli
trova te che sull’uscio aspetti gli uomini.
Tu sei la mia sorella di quest’ora.
Accompagnarti in qualche osteria
di bassoporto
e guardarti mangiare avidamente.
E coricarmi senza desiderio
nel tuo letto...
Cadavere vicino ad un cadavere,
bere dalla tua vista l’amarezza
come la spugna secca beve l’acqua.
Toccare le tue mani, i tuoi capelli
che pure a te qualcuno avrà raccolto
in un piccolo ciuffo sulla nuca;
e sentirmi spiato dai tuoi occhi
ostili, poveretta; e tormentarti
domandandoti il nome di tua madre...
Nessuna gioia vale questo amaro:
poterti fare piangere, potere
pianger con te...
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